Tuesday, June 19, 2007

Roma Lavoro!!

Si, si... me ne vanto!! http://www.romalavoro.net/news/atelier_idee/06_07_ong.asp

Trovare lavoro aiutando gli altri

Terza puntata di “Trovare Lavoro a Bruxelles”, la nuova iniziativa di Roma Lavoro News che esplora le possibilità occupazionali presso le Istituzioni europee e gli organismi internazionali con sede a Bruxelles. Questa volta sotto la lente è la professione di esperto in cooperazione internazionale. Ci spiega i segreti di questa professione e le possibilità d’impiego a Bruxelles, Rossella Della Monica, project officer di un'associazione internazionale indipendente.

Il 56% dell’aiuto pubblico allo sviluppo nel mondo è erogato dall’Unione europea. Con 46 miliardi di euro l’anno, l'UE si attesta così al primo posto tra i donatori internazionali. Per avere un termine di paragone, gli aiuti da parte degli Stati Uniti ammontano a 20 miliardi di dollari. I progetti finanziati dall’Unione europea non riguardano solamente emergenze umanitarie, ma anche progetti per l'istruzione, sanità, strade, distribuzione d’acqua, commercio, diritti dell’uomo, tutela dell’ambiente in circa 160 paesi del mondo. Seguendo una logica di attuazione decentrata, la gran parte dei progetti di sviluppo sono spesso attuati da Organizzazioni non governative (Ong). Ma qual'è il profilo professionale di chi lavora in queste organizzazioni? Lo abbiamo chiesto a Rossella Della Monica, project officer di Solidar, un'associazione internazionale indipendente con sede a Bruxelles, che ha il compito di coordinare una rete di organizzazioni non-governative.

Che cosa vuol dire lavorare nel settore della cooperazione internazionale?
Credo che ci siano varie tipologie di cooperazione. La cooperazione può essere di tipo tecnico, scientifico, politico ecc., anche se a volte per progetti più complessi le varie tipologie possono sovrapporsi ed essere complementari l'una all'altra. Spesso si pensa alla cooperazione come ad un'azione finalizzata esclusivamente allo sviluppo di un paese povero, ma nel suo senso originario cooperare vuol dire impegnarsi in un progetto comune. Noi di Solidar siamo, infatti, un network di varie organizzazioni e la nostra funzione è quella di coordinare le strutture associate a noi in varie parti del mondo.

Quali progetti sta seguendo Solidar?
Abbiamo varie aree di intervento: Balcani, Iraq, Sud-est asiatico e Palestina. Il ruolo di Solidar in ognuna in queste aree geografiche è molto diverso. Ad esempio, in Sri Lanka ci siamo impegnati in un grande progetto a seguito della tragedia dello Tsunami che ha colpito il Sud Est asiatico; il "Post Tsunami Rehabilitation Programme" ci vede, infatti, operativamente impegnati nell'aiuto alla popolazione. In Iraq la nostra funzione è quella di offrire un coordinamento politico per il processo di democratizzazione del paese.

Perchè a Bruxelles sono concentrate così tante Organizzazioni non governative?
Perchè la Commissione europea è il primo partner di chi lavora in questo campo a livello europeo, erogando i finanziamenti e dettando le priorità d'intervento nelle varie aree del mondo. Nel nostro caso, ad esempio, ha finanziato la campagna "Decent Work, Decent Life" per la promozione dei diritti dei lavoratori. La presenza del Parlamento Europeo ci permette, inoltre, di entrare in contatto con politici di tutta Europa, per informarli sulle nostre attività e sensibilizzarli sulle situazioni più urgenti.

Come fare della cooperazione una professione?
Lavorare nel mondo della cooperazione non è facile, perchè una buona parte del lavoro si svolge su base volontaria. Io ho avuto altre esperienze prima di Solidar in vari paesi e credo che la cosa più importante sia investire su se stessi accumulando il maggior numero di esperienze possibili. Soprattutto all'inizio si deve avere pazienza, perchè è difficile portare a casa uno stipendio. Più che di un lavoro, credo si tratti di una scelta di vita. Può diventare una professione a patto che si rinunci all'idea di un lavoro che comincia alle nove e finisce alle sei, dal lunedì a venerdì.

Quali sono i passi da seguire per andare a lavorare in una Ong?
Per me è stato molto importante avere delle esperienze dirette nei luoghi dove sono attivi i programmi di aiuto allo sviluppo. L'esperienza sul campo è un passaggio fondamentale, anche perchè ti fa capire il senso di questo lavoro. Spesso è anche più importante di un background formativo in questo settore. Conosco tante persone che sono arrivate in questo mondo senza aver compiuto dei percorsi formativi specifici. Io, ad esempio, sono geografa e vengo da una formazione di tipo scientifico. Penso che l'importante sia costruire delle esperienze significative attorno ai propri studi perchè, lo ripeto, la cooperazione abbraccia varie aree d'interesse.

Che cosa offre Bruxelles a chi vuole intraprendere questa professione?
Forse Bruxelles è la città a più alta densità di Ong d'Europa. Qui è anche possibile trovare organizzazioni ad altissima specializzazione, che operano nei più diversi settori in ogni angolo del mondo. Questo non vuol dire che sia facile trovare un impiego, ma è sicuramente possibile poter cominciare con un'opportunità di lavoro a progetto o con uno stage. Lo dico perchè, lavorando con progetti a termine, noto un altissimo "turn-over" all'interno delle organizzazioni. Per chi non ha ancora qualche anno di esperienza nel settore, lo stage è comunque d'obbligo. La domanda è altissima e non è difficile trovare una buona opportunità anche solo attraverso internet. L'importante è dimenticare il cliché dello stagista che porta il caffè e fa le fotocopie, perchè fare uno stage non è questo. Lo abbiamo fatto tutti, personalmente ho anche avuto responsabilità e grandi soddisfazioni.

Daniele Di Pillo

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