Sunday, April 30, 2006

Sri Lanka: tensions rise


Last Tuesday, a suicide bombing on the army headquarters in Colombo has heightened fears of a return to all out war in Sri Lanka. Thousands of people fled their homes in the North as the military launched fresh air strikes on Tamil Tiger targets.
Today, near the village of Welikanda in the eastern district of Batticaloa, 250km north-east of Colombo, Tamil Tiger rebels have launched deadly attacks on a breakaway faction they accuse of receiving military-backing. On paper, a ceasefire signed in 2002 remains in place. But with this latest violence, its future seems uncertain…

I was in Sri Lanka last October for work, and I had the opportunity to visit projects in the South (Galle) and in the LTTE controlled areas, up in the North. In Kilinochchi, the most difficult thing to witness when you go around is all the “transit” camps… some for the tsunami-affected population – surrounded by NGOs and international organisations logos – and the others for war IDPs. Mines field is another common thing in the Vanni.
Here is a picture in one of these fields, with the women de-mining unit. These girls are between 18 and 21 years old, and they work for the Humanitarian Demining Unit – Norwegian People’s Aid. In the Tamil culture these girls’ occupation is not seen as appropriate, and most of them have left their families to become deminer.
The other picture was taken in a transit camp.

Wednesday, April 19, 2006

The "Mountain of Fire" is waking up again...


Located near the city of Yogyakarta, Central Java, the mount Merapi (in Javanese, Meru for mountain, and Api for Fire) is a stratovolcano, which summit elevation is 2911m (7.54 S, 110.44 E). A week ago, the volcano showed heightened activity, spewing dust from its crater and occasionally sending out streams of lava. An eruption is imminent, and the people living in the volcano slopes are getting ready to flee their homes. The Merapi, located in the famous “ring of fire”, is one of the most active and dangerous volcano in the world. One of Merapi’s deadliest eruptions was in 1930, killing 1.300 people. It erupted again in 1954, 1961, 1994 and 2001.
Living near a volcano not only has negative aspects… Javanese people deeply respect the mount Merapi since it generously gives tremendous fertility to the land. Always the same dilemma: what degree of vulnerability do we accept to live in?
Below is a tale on the mount Merapi (found on internet, apparently posted by a “Barrie”): one of the many legends of my dear Indonesia.


The tale of ‘Plawangan Guard and why the lava of Merapi never flows to the South’

‘Once upon a time, Panembahan Senopati lived as an ascetic in somewhere that is now called Ngilipuro village, near Bantul. Having lived as an aesthetic he was asked by Ki Juru Martani, “What did you get during your ascetism?”
“I got venus in Ngilipuro” answered Panembahan Senopati.
“Can you rely upon it to avoid disasters?” asked Ki Juru Martani.
And then Ki Juru Martani said “Live as an ascetic once more and wash away some wood in a river with you riding on it. After reaching Segara Kidul you will meet Ratu Kidul”
Penembahan Senopati carried out what he was told. He washed some wood away and rode on it along the river. The wood drifted straight to Segara Kidul. There he met Ratu Kidul.
When he arrived home he was asked by Ki Juru Martani, “What did you get from your ascetism?”
“You are right. I did meet Ratu Kidul’ he replied.
“So, what did you get and bring home?” asked Ki Juru Martani.
“She gave me Jayeng Katong oil and Endog (egg) Degan”, he answered.
“Give the egg to Juru Taman” commanded Ki Juru Martani.
He carried out his command to give Juru Taman the egg. As soon as Ki Juru Taman ate the egg, he changed his form into a big and horrifying giant.
Based on Ki Juru Martani’s suggestion, Panembahan Senopati commanded the giant to live in Mount Merapi. His duty was to guard the mountain. His place of guarding was Plawangan. If there was disaster caused by Mount Merapi, he should guard and sustain it in order that it doesn’t spread out to the south toward the Palace of Yogyakarta (Kraton). That is why if Mount Merapi erupted, its lava never flowed to the south. So the south area will always be safe and free of disaster.
Panembahan Senopati was commanded to throw the Jayeng Katong oil but it must be tried out first. It was rubbed into two children. They were a boy and a girl who happened to be close by. The two children suddenly disappeared. The boy was then called Nyi Kaso. Both of them were given the duty of guarding Beringin Putih (White Banyan tree) in the north of the Mosque, in the south of the street. Up to now, they are still there….’

Tuesday, April 18, 2006

Italiani all'estero... UNITEVI!!


Ho letto la settimana scorsa quest’articolo di Vittorio Zucconi (rubrica della Repubblica “lettere al direttore”)… un bel pezzo che rifletta cio’ che io, italiana all’estero penso e sento d’aver fatto per il mio paese. Sara’ che noi, italiani all’estero, a differenza dei nostri co-nazionali residente in Italia, abbiamo gli occhi aperti. Mi è comunque difficile qualificare la vittoria dell’Unione d’eccezionale, per ovvie raggioni… buona lettura!

Saving private Prodi (12 Aprile 2006)
Perché gli italiani all'estero non sono più quelli di un tempo
Se tradizione italiana vuole che dopo le elezioni anche il più minuscolo dei partiti ci venga a raccontare che "ha vinto", questa volta possiamo dire con certezza matematica che un partito ha vinto di certo. E questo partito siamo noi, gli Italiani che vivono fuori d'Italia. Con quel voto che ha sorpreso tutti, me compreso che pure dall'estero ho votato, la Sinistra italiana ha avuto la maggioranza al Senato, così garantendo che Silvio Berlusconi e la Destra non potranno, in ogni caso, più essere chiamati a guidare il governo, anche se una verifica delle schede rovesciasse, cosa tecnicamente assai improbabile, quella paper thin majority di voti conquistati da Romano Prodi e dalla Sinistra alla Camera.
Siamo stati noi, dall'estero, a "Save Private Prodi" e se questo sia stato un merito o un disastro dirà il futuro incerto di un'Italia che oggi di tutto ha bisogno altro che di un calvario Florida style, di schede "incinta" o "vergini" come si diceva durante la riconta Bush-Gore. La certezza è la scoperta, sbalorditiva per gli Italiani in Italia e un poco sorprendente anche per noi Italiani fuori d'Italia, che i luoghi comuni su di noi sono antiquati come i servizi delle tv che ancora vanno a cercare gli italiani nelle Little Italys dove non vivono più da tempo e ci allietano con processioni e sagre paesane alla Mario Puzo.
L'Italia oltre l'Italia non è più, e da tempo, quella che Mirko Tremaglia immaginava, sfilando nel giorno di Colombo lungo la Quinta Strada di Manhattan. L'idea che il nostro emigrato e le sue famiglie siano ancora lacrimevoli figure di nostalgici disposti a svenire alla vista dei tre colori e votare chiunque glieli agiti in faccia, si è dimostrata falsa, oppure, per dirla con Mark Twain, grandemente esagerata. L'Italia fuori dall'Italia è, piuttosto, una comunità più raffinata ed evoluta dell'Italia stessa in Italia, perché esposta al confronto con mondi, culture e media diversi. Ci sono tra noi, naturalmente, i nostalgici, i nazionalisti che confondono le apparenze con la sostanza, i prigionieri della guerra fredda, i "rimpiantisti" e hanno il diritto di essere e pensare quello che vogliono.
Ma c'è una nuova Italia, fatta di ricercatori universitari, di piccoli e grandi businessmen, di professionals, di pendolari della nazionalità, di donne che vivono nelle carriere o nelle loro famiglie la coscienza dei propri diritti di cittadine. Queste persone leggono i giornali tedeschi, inglesi, francesi, australiani, giapponesi e americani e per avere notizie dall'Italia si collegano molto più a siti Internet come repubblica. it (grazie a tutti voi che ci avete scritto per ringraziarci) che non alla voce del padrone di turno, a quella Rai International che li offende con una programmazione imbarazzante e paternalistica. Uno strumento così rozzo, antiquato e controproducente da mandare in diretta e poi in differita tutte, dico tutte!, le serate dello straziante Festival di Sanremo, ma incapace di proporre in diretta i dibattiti Prodi-Berlusconi. Quella Rai che posiziona Vespa e Porta a Porta negli orari migliori, sapendo di poter contare sul fido portiere, ma condanna Ballarò, considerata un empio nido di leninisti no global, alla diretta, dunque al primo pomeriggio sul mercato americano, quando gli ascolti sono minimi.
A questa Italia che non vive di sagre di San Gennaro e di sole partite di calcio dal campionato di serie A, delle imposte sulla casa a Milano o sulla garbage collection a Roma, dei Bot, che nessun Italiano all'estero possiede, della Tirsu, la tasse sulla spazzatura, nulla o pochissimo importa. E l'assenza di quel bombardamento televisivo "shock and awe" scatenato dalle reti private dell'ex presidente del Consiglio (suona bene, dirlo, l'ex presidente del Consiglio) non è arrivato nulla, se non di rimbalzo, attraverso i pochi e sempre sarcastici servizi dei grandi media internazionali che ormai trattavano "Don Coglioni", come titolò il Wall Street Journal, con dileggio e aperto disprezzo.
A loro, a noi che abbiamo votato due settimane prima del 9 aprile dunque abbiamo evitato l'assedio finale e spasmodico del Cavaliere "imbavagliato" e dunque ventriloquo visto che parlava comunque dappertutto e sempre, dell'Ici importa poco e quelle leve azionate dalla destra per restare in quota di volo non funzionano. Importa invece lo stato della cultura, della università che ha disseminato i nostri cervelli in giro per il mondo impoverendo l'Italia e arricchendo le nazioni che astutamente li accolgono spesso con belle borse di studio e non li trattano da precari o carne da cannone nella salumeria dei lauree. Importano l'immagine del nostro governo, la dignità di una nazione che vorrebbero, almeno, poter indicare ai propri figli o ai propri nipotini come qualcosa di cui essere orgogliosi per i successi concreti, per la sua civiltà politica, non per le "trasvolate di Balbo" o per la pacche di un Bush talmente impopolare negli Usa da essere ormai evitato come la peste dai suoi stessi colleghi repubblicani in vista delle elezioni 2006. Gente stanca dispiegare ai bambini come di debba tradurre "testicles" nella loro lingua, quando i media citano non un clown un po' grossier, ma un Presidente del Consiglio.
Questi sono emigrati temporanei o definitivi che non hanno paura dei comunisti, ma hanno paura dei consolati, nei quali entrano tremando al pensiero dell'incubo burocratico che li aspetta per le pensioni, le eredità, le procure, i passaporti. Trattati troppo spesso non come ospiti graditi, come padroni di casa quali sono, ma come rompicoglioni (cito un altro nostro ex ministro, Scajola): i maltollerati da funzionari overworked and understaffed, dotati di attrezzature tecnologiche da Regno Sabaudo, con fondi tagliati da un governo che non esita a spendere centinaia di migliaia di euro per un'inutile missione elettorale di Berlusconi a Washington, ma non trova i soldi per un cancelliere, un computer, un impiegato di concetto, una linea telefonica in più.
Non credo che l'Italia fuori dall'Italia sia di sinistra. Il primo voto degli italiani all'estero è stato un voto contro il governo, qualsiasi governo gli fosse capitato tra le dita ed è patetico dire oggi che la destra ha perso perché si sono presentati con manciate di simboli mentre l'Unione era, almeno in Nord America, sola. Se la Destra si è sminuzzata è perché la sua arroganza, la sua certezza, erano totali e credevano di giocarsi tra di loro la partita.
Il voto è stato un grido di rabbia che tanti hanno accumulato contro chi li ha sempre ignorati, al massimo trattati con condiscendenza, con una visita pastorale tra marcette, coccarde, pizze e retorica da "mamma luntana". Se il povero ministro Tremaglia che si aspettava una messe di deputati e senatori di destra e passerà invece alla storia come l'artefice della strombatura di Berlusconi, è un segnale di quanto profonda sia la loro insoddisfazione per il Paese che hanno lasciato, per libera decisione o per necessità e nel quale molti di loro, medici, biologi, fisici, chimici, specialisti di informatica vorrebbero anche tornare, se non temessero di essere trattati da idioti.
Spero che un nuovo governo, quando ci sarà e qualunque esso sia, cambi questa legge elettorale pessima per tutti e francamente ridicola nella suddivisione di collegi che avrebbero, per la loro vastità oceanica e dispersione, spaventato anche italiani come Verazzano o Colombo.
Per adesso, mi accontento di osservare con immensa gioia che il paternalismo alla Mirko Tremaglia e alla sua Rai International è fallito miserevolmente perché non siamo quello credevano che fossimo. E' toccato ancora una volta alla gente venuta dal mare il compito di salvare, se non la democrazia, almeno la faccia dell'Italia.

Monday, April 17, 2006

First post


Well, here we go... the first post! I am starting this blog without really knowing what use I'll give to it! I think it's probably a way for me to share all those things going on in my head, those dreams, opinions, feelings... will see what can come out of that!